Questa serie di "Tè di montagna" è costituita da tè coltivati in un'azienda agricola situata a Tsukigasé, nella prefettura di Nara. L'azienda produce tè biologici dal 1984. I proprietari curano i loro cespugli senza utilizzare pesticidi o fertilizzanti chimici, fornendo così tè sicuri e incontaminati: privi di tutto ciò che è noto per essere malsano e incontaminato nel sapore.
Dopo trent'anni di seria sperimentazione, e avendo capito che la Camellia sinensis (la pianta da cui si ricava il tè verde) non ha bisogno di nutrimento artificiale, hanno insomma ripensato all'essenziale della coltivazione del tè – concludendo questi contadini che non può che essere un sano ambiente e terreno naturalmente favorevole che insieme possono incoraggiare al meglio i cespugli di tè a produrre foglie veramente deliziose.
Nel 2011, tuttavia, alla ricerca di una purezza della qualità ancora maggiore, questi coltivatori hanno abbandonato l'uso di rifiuti animali come fertilizzante, impiegando da allora solo rifiuti forestali. Da allora, questa insolita piantagione di tè si è trasformata, gradualmente ma costantemente.
Una fitta coltre di lettiera naturale è ora stesa lungo i viali dei mietitori che corrono tra i filari di arbusti, questa vi lasciata progressivamente per raggiungere quel grado di decomposizione che permette alle piante di tè di assorbire i nutrienti così forniti. In altre parole, essendo riusciti a respingere il falso “buon senso” agricolo, e avendo invece imparato anzi a confidare che anche i rami robusti si decompongano da soli, e in fonte di sostentamento per ciò che cresce nelle vicinanze, questi devoti coltivatori hanno ormai individuato il punto cruciale per la vera coltivazione del tè.
Altri due fattori, entrambi decisamente caratterizzanti la regione in cui questo tè viene coltivato, sono la lunghezza, e l'assoluta severità, dei suoi inverni. Questi decretano che il raccolto è appropriato solo due settimane – o talvolta anche un mese intero – dopo che il resto del Giappone ha iniziato a raccogliere il suo tè. Queste piante resistenti, tuttavia, vengono lasciate deliberatamente senza il minimo aiuto artificiale che possa isolarle dai danni che il gelo può infliggere. Quindi, sono lasciati fare affidamento sui loro poteri naturali di resistenza; e questo non fa che rafforzare la loro innata robustezza.
Per specificare, nutriti in questo modo spartano, i ramoscelli che sostengono le foglie crescono più densamente, ed è così che ogni pianta del tè è incoraggiata a utilizzare meno energia, aumentare la robustezza e mettere fuori foglia che fa quella pianta - e l'eventuale bevitore – piena giustizia.